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La Casa degli Amanti

La casa degli Amanti (I, 10, 10-11) è stata riaperta al termine del restauro, nel 2020, dopo una chiusura di circa 40 anni.

 

Domus degli Amanti

La Casa degli Amanti


Portata in luce nel 1933 prende il nome da un graffito inciso in esametri in un quadretto con anatre dipinto all’esterno di un ambiente che recita: “Amantes, ut apes, vitam melitam exigunt. Velle” (Gli amanti come le api trascorrono una vita dolce come il miele. Magari), CIL IV, 8404a.

Negli anni successivi la situazione era peggiorata, tanto che l’accesso era stato interdetto anche ai tecnici del Parco. Di questa bella domus rimane pressoché intatto anche il secondo piano del peristilio, un tempo accessibile mediante una scala di cui ancora oggi è possibile vedere la traccia sulla parete di fondo.

Alcuni oggetti ritrovati durante lo scavo dell’edificio (un braciere, un bacile, una lucerna in bronzo e delle cerniere in osso) sono stati esposti in una vetrina posta nell’atrio, in osservanza al concetto di “museo diffuso” già utilizzato in altre case.

Il secondo piano sembra essere stato aggiunto in una fase edilizia riconducibile al I secolo d.C. e il buono stato di conservazione ha permesso, già dopo lo scavo, di recuperarne la configurazione originaria, ridando a Pompei una percezione spaziale che è un unicum nella città vesuviana.

La decorazione parietale si scandisce tra II e IV stile nel corso del I secolo d.C. Le pitture di IV stile visibili nell’atrio sono di buona qualità con alternanza di campi rossi e scorci architettonici su fondo nero, mentre nell’oecus le decorazioni parietali si arricchiscono di raffigurazioni mitologiche.

Le Nuove Domus e quelle ristrutturate

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