Tour guidato sul
Vesuvio
Il Vesuvio, o più propriamente il
Somma-Vesuvio, è un strato-vulcano di medie dimensioni che
raggiunge un’altezza massima di 1.281 m s.l.m. Esso è
costituito dal più vecchio vulcano del M. Somma, la cui
parte sommitale sprofondò generando una caldera, e dal più
recente vulcano del Vesuvio, cresciuto all’interno di questa
caldera.
L’immagine mostra la ricostruzione
qualitativa del profilo originario dell’antico vulcano del
Somma (in rosso – basato sul lavoro di Cioni et al., 1999).
Il M. Somma è ciò che rimane del fianco settentrionale del
vecchio edificio.
L’attività vulcanica nell’ area del Somma-Vesuvio risale ad
almeno 400.000 anni fa, età di alcune lave trovate in
perforazioni profonde 1.345 m. La storia dell’apparato
vulcanico Somma-Vesuvio è iniziata circa 25.000 anni fa e
può essere suddivisa come segue:
Vulcanismo più antico di 19.000 anni
La grande eruzione flegrea dell’Ignimbrite Campana aveva
causato il seppellimento, circa 37.000 anni fa, di gran
parte della Campania sotto una spessa coltre di tufi. Su
questi depositi cominciò ad accrescersi l’edificio del Somma
a seguito di eruzioni prevalentemente effusive e
subordinatamente esplosive, di bassa energia. Tale attività
è durata fino a circa 19.000 anni fa ed ha determinato la
formazione dell’apparato vulcanico del Somma il cui
probabile profilo è ricostruito in rosso nell’immagine. La
parte settentrionale di questo edificio più antico è ancora
ben conservata ed è rappresentata dall’attuale Monte Somma.
Vulcanismo di età compresa tra 18.300 e 16.000 anni
Questo periodo di attività è dominato da due grandi eruzioni
pliniane: l’eruzione delle Pomici di Base (avvenuta 18.300
anni fa) e l’eruzione delle Pomici Verdoline (avvenuta
16.000 anni fa). Ai depositi di queste due eruzioni si
intercalano lave prodotte da modeste eruzioni effusive. Con
la prima eruzione pliniana delle Pomici di Base è cominciato
il collasso dell’apparato vulcanico del Somma e la
formazione della caldera nella quale si accrescerà il nuovo
edificio del Vesuvio.
Vulcanismo di età compresa tra 8.000 anni ed il 79 d.C.
Nel corso di questo periodo di attività si sono verificate
tre eruzioni pliniane: l’eruzione delle Pomici di Mercato
(avvenuta 8.000 anni fa), l’eruzione delle Pomici di
Avellino (avvenuta 3.800 anni fa) e l’eruzione di Pompei
(avvenuta nel 79 d.C.). A queste eruzioni si sono
intercalate almeno sei eruzioni subpliniane, di età compresa
tra le eruzioni di Avellino e Pompei, precedute da lunghi
periodi di riposo.
Vulcanismo di età compresa tra il 79 ed il 1631 d.C.
L’attività di questo periodo include almeno due eruzioni
subpliniane: l’eruzione di Pollena (avvenuta nel 472 d.C.) e
l’eruzione del 1631, ed una serie di piccole eruzioni
effusive ed esplosive a bassa energia, che hanno dato colate
di lava lungo i fianchi occidentali e meridionali del
vulcano e livelli di scorie stromboliane di età medievale.
Vulcanismo successivo al 1631
Dopo l’eruzione del 1631 e fino al 1944 il Vesuvio è stato
caratterizzato da attività a condotto sostanzialmente
aperto. In questo periodo sono stati distinti 18 cicli
stromboliani, separati da brevi periodi di assenza di
attività, mai superiori a 7 anni e ciascuno chiuso da
violente eruzioni dette eruzioni “finali”. Internamente a
ciascun ciclo si sono verificate frequenti eruzioni
prevalentemente effusive, dette eruzioni “intermedie”.
L’eruzione del 1906 (eruzione “finale”) rappresenta la
manifestazione più violenta dell’attività del Vesuvio nel
‘900. L’eruzione del 1944, una eruzione “terminale” a
carattere sia esplosivo che effusivo (eruzione mista), è
stata l’ultima in ordine di tempo ed ha segnato il passaggio
del vulcano ad uno stato di attività a condotto ostruito.
Stato attuale del Vesuvio
Lo stato di attività di un vulcano è monitorato attraverso
l’osservazione di parametri geofisici e geochimici. Il
rilevamento di detti parametri e la loro misura sono
effettuati attraverso tecniche di monitoraggio che si
servono di reti di strumenti opportunamente progettati. Al
Vesuvio sono installati strumenti per il monitoraggio
continuo della sismicità, delle deformazioni del suolo e
delle emissioni di gas dal suolo e dalle fumarole. Inoltre
si effettuano periodiche campagne per la misura di parametri
geofisici e geochimici. I dati prodotti dagli strumenti in
continuo e dalle campagne di misura sono analizzati da
sistemi automatici e controllati ed interpretati dai
ricercatori dei diversi settori.
Attività recenti del Veuvio
Il Vesuvio attualmente è caratterizzato dalla presenza di un
sistema idrotermale, che alimenta un campo di fumarole
all’interno del cratere, ed è sede di una modesta sismicità
rappresentata da alcune centinaia di piccoli terremoti per
anno. Solo i maggiori di questi eventi sono avvertiti dalla
popolazione residente nell’area. L’ultima eruzione si è
verificata nel 1944, durante la seconda guerra mondiale, ed
ha provocato molti danni e diversi morti.
Prima dell’ eruzione del 1944 il Vesuvio si trovava in
condizioni di condotto aperto e presentava attività
intracraterica pressochè permanente. Nel periodo dal 1631 al
1944 le eruzioni sono state numerosissime, non meno di 50.
Fonti storiche riportano che durante questo periodo
l’attività sismica è stata intensa e le maggiori eruzioni
sono state precedute da sciami di terremoti distintamente
avvertiti dalla popolazione.
Per le fasi più antiche di questa attività non si dispone di
dati scientifici, poichè all’epoca non esistevano strumenti
adatti a misurare i fenomeni sismici e vulcanici. Tuttavia,
l’attività storica del Vesuvio è molto ben documentata in
quanto i primi sistemi al mondo per il monitoraggio
strumentale di un vulcano sono nati con l’istituzione
dell’Osservatorio Vesuviano e risalgono alla seconda metà
dell’800, quando il Vesuvio, molto attivo in quel periodo,
diventò un laboratorio naturale per la sperimentazione di
strumentazione sismometrica pionieristica. Questa
strumentazione era generalmente progettata e realizzata da
illustri scienziati che lavoravano presso l’Osservatorio
Vesuviano, come Luigi palmieri a cui si deve il primo
sismoscopio elettromeccanico.
il Vesuvio
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